L'agrivoltaico è una tecnologia innovativa che unisce la produzione di energia solare con l'attività agricola. In pratica, consiste nell'installare pannelli fotovoltaici sopra i campi coltivati, lasciando spazio alla luce solare per raggiungere le colture sottostanti. Questo consente di produrre energia pulita senza rinunciare all'agricoltura.
Gli impianti agrivoltaici sono progettati per essere "dual use", ovvero per convivere armoniosamente con il terreno agricolo, favorendo così una transizione ecologica sostenibile.
A differenza dei sistemi fotovoltaici tradizionali, che spesso richiedono la conversione del suolo agricolo in suolo industriale, l’agrivoltaico consente il mantenimento dell’attività agricola. Inoltre, i pannelli sono montati su strutture rialzate e spesso orientabili, per ottimizzare sia la produzione energetica che le esigenze colturali.
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un incremento significativo degli impianti agrivoltaici, trainata dalla crescente domanda di energia rinnovabile e dagli incentivi governativi. Secondo il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), il potenziale dell’agrivoltaico in Italia potrebbe superare i 20 GW entro il 2030.
Le regioni più attive in questo ambito sono Puglia, Sicilia, Emilia-Romagna e Veneto. Queste zone offrono condizioni climatiche favorevoli, ampie superfici coltivabili e politiche regionali di supporto.
Gli incentivi agrivoltaici sono forme di agevolazione economica erogate dallo Stato italiano e dall'Unione Europea per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici. Tra questi troviamo i fondi del PNRR, il programma NextGenerationEU e il bando Parco Agrisolare.
Oltre ai contributi diretti, sono previsti vantaggi fiscali come l’IVA agevolata, la possibilità di accedere a prestiti agevolati, e in alcuni casi l’esenzione dal pagamento dell’IMU sui terreni dove sono installati impianti agrivoltaici integrati.
Il quadro normativo è definito da diversi decreti, tra cui il Decreto FER1 e le disposizioni contenute nel PNRR. Il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) è l’organo di riferimento per le linee guida.
Per beneficiare degli incentivi, i progetti devono rispettare determinati criteri: mantenimento dell’attività agricola, installazione di impianti elevati dal suolo, monitoraggio della produttività agricola e uso di tecnologie innovative.
Nel 2025, una parte degli incentivi sarà destinata a contributi a fondo perduto, coprendo fino all'80% delle spese di investimento per impianti agrivoltaici realizzati da aziende agricole.
Previsti anche crediti d’imposta fino al 45% per investimenti in agrivoltaico, cumulabili con altri incentivi. Le detrazioni fiscali si applicano principalmente alle imprese agricole individuali e cooperative.
Il GSE riconosce tariffe incentivanti per l’energia elettrica immessa in rete. Queste tariffe variano in base alla potenza dell’impianto e al rispetto dei criteri ambientali previsti.
Titolari di aziende agricole individuali o società agricole possono accedere agli incentivi, purché dimostrino la continuità dell’attività agricola e la compatibilità dell’impianto con la produzione.
Anche le cooperative agricole e i consorzi di produttori possono beneficiare dei fondi, specialmente per impianti collettivi o distribuiti.
In alcuni bandi, anche enti locali, scuole agrarie e soggetti privati possono accedere agli incentivi, se il progetto è finalizzato alla sostenibilità e alla promozione dell’energia rinnovabile.
Per accedere agli incentivi agrivoltaici, è essenziale presentare una documentazione dettagliata e completa. I principali documenti richiesti includono:
Il processo di richiesta prevede i seguenti step:
Le finestre di presentazione sono annuali e soggette a limiti di budget.
Un esempio emblematico è quello dell'azienda agricola "Le Vigne del Sole" in Puglia, che ha installato un impianto agrivoltaico da 500 kWp. Grazie al bando Parco Agrisolare, ha ottenuto un contributo a fondo perduto del 65%, riducendo drasticamente i costi e migliorando la produttività del vigneto.
Voce | Valore Stimato |
Costo impianto (500 kWp) | €400.000 |
Incentivo ottenuto | €260.000 (65%) |
Energia prodotta annua | 700.000 kWh |
Risparmio energetico | €60.000/anno |
Payback period | Circa 2-3 anni |
Per il 2025, il MASE ha stabilito che le domande per accedere agli incentivi agrivoltaici potranno essere presentate dal 15 marzo al 30 giugno. Alcuni bandi regionali potrebbero avere scadenze differenti.
Gli incentivi possono coprire periodi variabili:
L’installazione di impianti agrivoltaici migliora la qualità del suolo grazie alla riduzione dell’erosione e al mantenimento dell’umidità. Inoltre, favorisce la biodiversità attraverso la coesistenza di colture e aree ombreggiate.
Le colture sotto i pannelli spesso beneficiano di un microclima più stabile, con minore stress idrico e termico. Studi dimostrano che, per alcune coltivazioni, si registra un aumento di produttività fino al 10-15%.
Grazie agli incentivi, il ritorno sull’investimento è molto rapido. Per impianti di medie dimensioni, il ROI può essere raggiunto entro 3-5 anni, a fronte di una durata dell’impianto superiore a 25 anni.
Il costo medio si aggira tra €700 e €1.000 per kWp installato. Le spese di manutenzione sono contenute, intorno ai €10-15 per kWp all’anno, rendendo l’investimento sostenibile anche nel lungo periodo.
Alcuni progetti possono incontrare difficoltà a causa di vincoli paesaggistici, idrogeologici o culturali. È fondamentale valutare attentamente la compatibilità del sito scelto prima di presentare domanda.
Mancata consulenza tecnica, progettazione non conforme o ritardi nei permessi possono compromettere l’ottenimento degli incentivi. Collaborare con esperti del settore è spesso determinante per il successo del progetto.
Molti enti pubblicano guide operative, come quelle dell’ENEA o del CREA, che aiutano a progettare e ottimizzare un impianto agrivoltaico conforme agli standard.
1. Quali sono i requisiti minimi per accedere agli incentivi?
Bisogna essere titolari di un'attività agricola attiva e presentare un progetto compatibile con le linee guida nazionali.
2. Posso combinare diversi tipi di incentivo?
Sì, a condizione che non ci sia sovra-compensazione del costo totale del progetto.
3. Gli incentivi sono disponibili anche per impianti già esistenti?
No, sono previsti esclusivamente per nuovi impianti o per ampliamenti significativi.
4. Qual è la potenza minima dell’impianto per accedere agli incentivi?
Generalmente è richiesto un minimo di 50 kWp, ma varia a seconda del bando.
5. Serve l'autorizzazione paesaggistica?
Sì, in caso di installazioni in aree soggette a vincolo ambientale.
6. È necessario installare un sistema di monitoraggio agricolo?
Sì, per i progetti incentivati è obbligatorio il monitoraggio della resa agricola e dell’efficienza energetica.
L’agrivoltaico rappresenta un’occasione concreta per unire sostenibilità, innovazione e redditività. Gli incentivi agrivoltaici 2025 offrono uno stimolo finanziario senza precedenti, riducendo drasticamente i costi e rendendo accessibile la transizione ecologica anche alle piccole e medie imprese agricole.
Investire oggi in agrivoltaico non è solo una scelta ecologica, ma anche un'opportunità strategica per il futuro dell'agricoltura italiana.