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Comunità Energetiche Rinnovabili - Guida 2025: Vantaggi, Requisiti e Come Partecipare

Luca Cappetti

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

Definizione secondo il decreto legislativo

Una comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico autonomo costituito da cittadini, enti pubblici o imprese, che collaborano per produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili a livello locale. Il concetto nasce dal recepimento della direttiva europea RED II, integrata nel contesto italiano con il D.lgs. 199/2021.

L’obiettivo è decentralizzare la produzione di energia e promuovere modelli di autoconsumo collettivo e solidale.

Differenze tra autoconsumo collettivo e comunità energetica

  • Autoconsumo collettivo: riguarda singoli edifici o condomini in cui più utenti condividono l’energia prodotta da un impianto comune.
  • Comunità energetica: coinvolge più soggetti (abitazioni, negozi, scuole, PMI) connessi alla stessa cabina primaria e attivi su un’area più estesa.

Come funzionano le comunità energetiche

Produzione, condivisione e consumo locale dell’energia

Le CER si basano sul principio del bilanciamento energetico locale:

  1. Un impianto fotovoltaico o eolico produce energia rinnovabile.
  2. Questa energia viene distribuita e condivisa tra i membri della comunità.
  3. Ogni partecipante consuma l’energia condivisa prima di acquistare quella dalla rete nazionale.

Ruoli dei partecipanti: produttori, consumatori, prosumer

All’interno della CER, ogni membro può avere ruoli differenti:

  • Produttore: installa e gestisce l’impianto rinnovabile.
  • Consumatore: utilizza l’energia condivisa.
  • Prosumer: produce e consuma energia, beneficiando di entrambi gli aspetti.

Questa flessibilità permette una gestione democratica e cooperativa dell’energia.

Requisiti per la costituzione di una comunità energetica rinnovabile

Creare una comunità energetica rinnovabile (CER) richiede il rispetto di determinati criteri tecnici, normativi e organizzativi. Fortunatamente, il quadro legislativo italiano del 2025 ha reso il processo più accessibile e ben definito per favorirne la diffusione capillare.

Criteri tecnici ed energetici

Per costituire una CER è necessario che:

  • I membri siano connessi alla stessa cabina primaria di distribuzione (criterio fondamentale per la condivisione dell’energia).
  • Gli impianti di produzione utilizzati siano alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili (es. fotovoltaico, eolico, mini-idroelettrico, biomasse).
  • L’energia prodotta sia condivisa virtualmente, grazie a sistemi di misurazione e bilanciamento gestiti dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
  • Gli impianti non superino la potenza di 1 MW per ogni singolo impianto, secondo quanto stabilito dal Decreto CER.

Chi può partecipare: cittadini, enti, PMI

Le comunità energetiche sono concepite per essere inclusive e democratiche. Possono parteciparvi:

  • Privati cittadini
  • Enti pubblici (comuni, scuole, ospedali)
  • Piccole e medie imprese
  • Organizzazioni no-profit e associazioni
  • Condomini e cooperative edilizie

L’unico vincolo è che i soggetti aderenti non abbiano come scopo principale il profitto, ma il beneficio ambientale, sociale o economico per la comunità.

Vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili

Risparmio economico ed efficienza

I membri di una CER possono abbattere i costi della bolletta elettrica, in quanto:

  • Consumano direttamente l’energia prodotta localmente
  • Ridistribuiscono eventuali surplus tra i membri
  • Accedono a tariffe incentivanti per l’energia condivisa

In media, si può risparmiare tra il 20% e il 50% sui costi energetici a seconda della configurazione dell’impianto e del grado di autoconsumo.

Incentivi statali 2025 e agevolazioni fiscali

Grazie al Decreto CER 2024, nel 2025 sono previsti importanti incentivi per chi partecipa a una comunità energetica:

  • Tariffa incentivante erogata dal GSE per ogni kWh condiviso tra i membri (fino a 100 €/MWh)
  • Contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per comuni sotto i 50.000 abitanti (PNRR)
  • Accesso a detrazioni fiscali e IVA agevolata per impianti e componenti

Questi strumenti rendono l’adesione alle CER economicamente sostenibile e competitiva rispetto al mercato tradizionale.

Benefici ambientali e sociali

Le CER non portano solo vantaggi economici ma anche:

  • Riduzione delle emissioni di CO₂
  • Promozione dell’energia locale e rinnovabile
  • Coinvolgimento attivo della cittadinanza
  • Lotta alla povertà energetica
  • Rilancio economico delle aree rurali e interne

Inoltre, rafforzano il senso di solidarietà energetica tra i membri della comunità.

Quadro normativo aggiornato al 2025

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per le comunità energetiche rinnovabili, grazie all’entrata in vigore definitiva del Decreto CER, che attua concretamente la Direttiva Europea RED II. Il quadro normativo italiano è ora più chiaro e favorevole alla partecipazione diffusa, sia per cittadini che per enti pubblici e imprese.

Decreto CER, recepimento direttiva RED II

Il Decreto MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), pubblicato nel 2024, ha definito:

  • Le modalità di costituzione e funzionamento delle comunità energetiche
  • I requisiti tecnici e territoriali (connessione alla stessa cabina primaria)
  • Il ruolo del GSE come soggetto di riferimento per incentivi, controlli e gestione dei flussi energetici
  • I meccanismi di incentivazione economica, legati alla quantità di energia autoconsumata e condivisa

Il decreto prevede anche che le CER possano accedere a contributi del PNRR, con procedure semplificate nei piccoli comuni.

Obblighi, vincoli e adempimenti

Chi partecipa o fonda una comunità energetica deve rispettare alcuni obblighi formali:

  • Costituire un soggetto giuridico (es. associazione, cooperativa, ente no-profit)
  • Registrarsi presso il GSE tramite apposito portale
  • Presentare una relazione tecnica sul progetto, con dettagli su impianti, partecipanti e flussi energetici
  • Gestire le misure di produzione e consumo con contatori intelligenti (smart meter)

Inoltre, le CER devono redigere bilanci energetici annuali e garantire la partecipazione democratica dei membri alle decisioni.

Come si crea una comunità energetica rinnovabile

Fasi: progettazione, registrazione, attivazione

Ecco i principali passaggi per creare una CER:

  1. Analisi preliminare del contesto territoriale, dei consumi e della disponibilità di spazi per impianti.
  2. Coinvolgimento dei partecipanti: cittadini, aziende, enti pubblici.
  3. Progettazione tecnica dell’impianto e dei sistemi di condivisione.
  4. Costituzione del soggetto giuridico (cooperativa, associazione).
  5. Registrazione sul portale GSE e presentazione della documentazione richiesta.
  6. Installazione e connessione dell’impianto alla rete.
  7. Attivazione operativa: monitoraggio e gestione dei flussi energetici.

Figure professionali coinvolte e supporto tecnico

Per la realizzazione di una CER è utile coinvolgere:

  • Ingegneri energetici per il dimensionamento e la progettazione degli impianti
  • Legali o consulenti fiscali per la gestione degli aspetti giuridici e normativi
  • Installatori e tecnici certificati
  • Project manager o facilitatori di comunità, per coordinare le attività e la comunicazione tra i membri

Esistono inoltre piattaforme digitali e cooperative specializzate che offrono supporto completo nella creazione e gestione di comunità energetiche.

Esempi di comunità energetiche attive in Italia

Negli ultimi anni, numerose comunità energetiche rinnovabili hanno preso vita in diverse regioni italiane, diventando veri e propri modelli virtuosi di energia condivisa. Vediamo alcuni dei più significativi esempi già operativi o in fase avanzata.

Progetti pilota e case study regionali

1. CER di Magliano Alpi (CN) – Piemonte
È la prima comunità energetica operativa in Italia. Nata nel 2020 con il supporto del Politecnico di Torino, coinvolge famiglie, imprese e il Comune.

  • Impianto: fotovoltaico da 20 kWp
  • Risultati: 33% di autoconsumo collettivo
  • Coinvolgimento attivo dei cittadini nelle decisioni

2. CER nel Comune di Ferla (SR) – Sicilia
Un esempio di comunità rurale virtuosa, realizzata con il coinvolgimento dell’amministrazione pubblica.

  • Impianto: 50 kWp su edifici pubblici
  • Benefici: energia gratuita per famiglie a basso reddito
  • Forte impatto sociale e ambientale

3. CER “Energia del Territorio” – Emilia-Romagna
Promossa da una cooperativa di cittadini con il sostegno di Legambiente e Fondazione Cariplo.

  • Include famiglie, artigiani e piccole imprese
  • Focus su autoconsumo e sviluppo locale
  • Modello replicabile in altri contesti

4. Comunità energetiche scolastiche
In diverse città (Roma, Milano, Firenze), si stanno sviluppando progetti in cui le scuole fungono da produttori di energia, coinvolgendo alunni e famiglie in percorsi educativi sul consumo responsabile.

Questi esempi dimostrano che le CER non sono solo un’idea teorica, ma una realtà concreta e replicabile su tutto il territorio nazionale, con benefici tangibili già visibili.

Criticità e limiti delle comunità energetiche

Nonostante i numerosi vantaggi, le CER devono affrontare ancora alcune sfide strutturali e barriere operative che ne limitano la diffusione.

Problemi di gestione, burocrazia, incentivi

  • Burocrazia complessa: le pratiche per costituire una CER possono risultare complesse per chi non ha esperienza tecnica o legale.
  • Tempi lunghi per gli incentivi: i rimborsi del GSE, pur garantiti, possono subire ritardi nelle prime fasi.
  • Costi iniziali: seppur ammortizzabili, l’investimento iniziale può essere un ostacolo per piccole realtà.
  • Complessità nella governance: serve una gestione democratica, ma efficace, del gruppo di partecipanti.

👉 Soluzione: affidarsi a consorzi, reti associative o cooperative già strutturate che possano accompagnare le fasi iniziali del progetto.

FAQ – Domande frequenti sulle CER

1. Serve avere un impianto fotovoltaico per partecipare a una comunità energetica?
No. Puoi partecipare anche solo come consumatore, beneficiando dell’energia condivisa e degli incentivi.

2. Posso aderire a una CER se abito in un condominio?
Sì. Il condominio può partecipare come soggetto unico oppure ogni appartamento può aderire singolarmente, se tecnicamente possibile.

3. Quanto posso risparmiare in bolletta partecipando a una CER?
In media tra il 20% e il 50%, a seconda dell’autoconsumo, degli incentivi e della configurazione dell’impianto.

4. È obbligatorio costituire un’associazione per fondare una CER?
Sì. È necessario costituire un soggetto giuridico (es. cooperativa, associazione, ente del terzo settore).

5. Posso ricevere contributi pubblici per creare una CER?
Sì. Il PNRR prevede fondi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per CER nei comuni sotto i 50.000 abitanti.

6. Le comunità energetiche funzionano anche con accumuli o batterie?
Sì, anzi l’uso di sistemi di accumulo può aumentare l’autoconsumo e migliorare l’efficienza complessiva della comunità.

Conclusione: il futuro dell’energia è condiviso

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una delle soluzioni più efficaci e inclusive per affrontare la crisi energetica, abbattere le bollette e contribuire alla transizione ecologica. Con il nuovo quadro normativo del 2025, l’Italia ha tracciato una strada chiara per promuovere modelli energetici locali, democratici e sostenibili.

Se sei un cittadino, un’amministrazione locale o un’impresa, partecipare a una CER non è solo una scelta responsabile, ma anche economicamente vantaggiosa. Inizia oggi a costruire una comunità che produce e condivide energia pulita: il cambiamento parte dal basso.

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