Una comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico autonomo costituito da cittadini, enti pubblici o imprese, che collaborano per produrre, condividere e consumare energia da fonti rinnovabili a livello locale. Il concetto nasce dal recepimento della direttiva europea RED II, integrata nel contesto italiano con il D.lgs. 199/2021.
L’obiettivo è decentralizzare la produzione di energia e promuovere modelli di autoconsumo collettivo e solidale.
Le CER si basano sul principio del bilanciamento energetico locale:
All’interno della CER, ogni membro può avere ruoli differenti:
Questa flessibilità permette una gestione democratica e cooperativa dell’energia.
Creare una comunità energetica rinnovabile (CER) richiede il rispetto di determinati criteri tecnici, normativi e organizzativi. Fortunatamente, il quadro legislativo italiano del 2025 ha reso il processo più accessibile e ben definito per favorirne la diffusione capillare.
Per costituire una CER è necessario che:
Le comunità energetiche sono concepite per essere inclusive e democratiche. Possono parteciparvi:
L’unico vincolo è che i soggetti aderenti non abbiano come scopo principale il profitto, ma il beneficio ambientale, sociale o economico per la comunità.
I membri di una CER possono abbattere i costi della bolletta elettrica, in quanto:
In media, si può risparmiare tra il 20% e il 50% sui costi energetici a seconda della configurazione dell’impianto e del grado di autoconsumo.
Grazie al Decreto CER 2024, nel 2025 sono previsti importanti incentivi per chi partecipa a una comunità energetica:
Questi strumenti rendono l’adesione alle CER economicamente sostenibile e competitiva rispetto al mercato tradizionale.
Le CER non portano solo vantaggi economici ma anche:
Inoltre, rafforzano il senso di solidarietà energetica tra i membri della comunità.
Il 2025 rappresenta un punto di svolta per le comunità energetiche rinnovabili, grazie all’entrata in vigore definitiva del Decreto CER, che attua concretamente la Direttiva Europea RED II. Il quadro normativo italiano è ora più chiaro e favorevole alla partecipazione diffusa, sia per cittadini che per enti pubblici e imprese.
Il Decreto MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), pubblicato nel 2024, ha definito:
Il decreto prevede anche che le CER possano accedere a contributi del PNRR, con procedure semplificate nei piccoli comuni.
Chi partecipa o fonda una comunità energetica deve rispettare alcuni obblighi formali:
Inoltre, le CER devono redigere bilanci energetici annuali e garantire la partecipazione democratica dei membri alle decisioni.
Ecco i principali passaggi per creare una CER:
Per la realizzazione di una CER è utile coinvolgere:
Esistono inoltre piattaforme digitali e cooperative specializzate che offrono supporto completo nella creazione e gestione di comunità energetiche.
Negli ultimi anni, numerose comunità energetiche rinnovabili hanno preso vita in diverse regioni italiane, diventando veri e propri modelli virtuosi di energia condivisa. Vediamo alcuni dei più significativi esempi già operativi o in fase avanzata.
1. CER di Magliano Alpi (CN) – Piemonte
È la prima comunità energetica operativa in Italia. Nata nel 2020 con il supporto del Politecnico di Torino, coinvolge famiglie, imprese e il Comune.
2. CER nel Comune di Ferla (SR) – Sicilia
Un esempio di comunità rurale virtuosa, realizzata con il coinvolgimento dell’amministrazione pubblica.
3. CER “Energia del Territorio” – Emilia-Romagna
Promossa da una cooperativa di cittadini con il sostegno di Legambiente e Fondazione Cariplo.
4. Comunità energetiche scolastiche
In diverse città (Roma, Milano, Firenze), si stanno sviluppando progetti in cui le scuole fungono da produttori di energia, coinvolgendo alunni e famiglie in percorsi educativi sul consumo responsabile.
Questi esempi dimostrano che le CER non sono solo un’idea teorica, ma una realtà concreta e replicabile su tutto il territorio nazionale, con benefici tangibili già visibili.
Nonostante i numerosi vantaggi, le CER devono affrontare ancora alcune sfide strutturali e barriere operative che ne limitano la diffusione.
👉 Soluzione: affidarsi a consorzi, reti associative o cooperative già strutturate che possano accompagnare le fasi iniziali del progetto.
1. Serve avere un impianto fotovoltaico per partecipare a una comunità energetica?
No. Puoi partecipare anche solo come consumatore, beneficiando dell’energia condivisa e degli incentivi.
2. Posso aderire a una CER se abito in un condominio?
Sì. Il condominio può partecipare come soggetto unico oppure ogni appartamento può aderire singolarmente, se tecnicamente possibile.
3. Quanto posso risparmiare in bolletta partecipando a una CER?
In media tra il 20% e il 50%, a seconda dell’autoconsumo, degli incentivi e della configurazione dell’impianto.
4. È obbligatorio costituire un’associazione per fondare una CER?
Sì. È necessario costituire un soggetto giuridico (es. cooperativa, associazione, ente del terzo settore).
5. Posso ricevere contributi pubblici per creare una CER?
Sì. Il PNRR prevede fondi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per CER nei comuni sotto i 50.000 abitanti.
6. Le comunità energetiche funzionano anche con accumuli o batterie?
Sì, anzi l’uso di sistemi di accumulo può aumentare l’autoconsumo e migliorare l’efficienza complessiva della comunità.
Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una delle soluzioni più efficaci e inclusive per affrontare la crisi energetica, abbattere le bollette e contribuire alla transizione ecologica. Con il nuovo quadro normativo del 2025, l’Italia ha tracciato una strada chiara per promuovere modelli energetici locali, democratici e sostenibili.
Se sei un cittadino, un’amministrazione locale o un’impresa, partecipare a una CER non è solo una scelta responsabile, ma anche economicamente vantaggiosa. Inizia oggi a costruire una comunità che produce e condivide energia pulita: il cambiamento parte dal basso.